D.lgs. 231/2001: adozione del Modello e revoca dell’amministrazione giudiziaria
Il Tribunale di Milano, Sezione Misure di Prevenzione, con Decreto del 3 marzo 2021, ha disposto la revoca dell’amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche nei confronti di una società di delivery, per l’illecito ai sensi del D.lgs. 231/2001, in relazione al reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Nel mese di maggio 2020, il Tribunale di Milano aveva disposto l’amministrazione giudiziaria nei confronti di una nota società di delivery, poiché un’indagine aveva evidenziato le condizioni di lavoro dei rider impiegati dalla società del gruppo. Irregolarità che, tuttavia, derivavano principalmente da intermediari che si occupavano di reclutare e gestire i fattorini.
Le modalità del provvedimento ablativo prevedevano un intervento in affiancamento dell’amministratore giudiziario alla società di delivery, finalizzato ad una concreta bonifica aziendale, sulla base di precise direttrici tracciate dal Tribunale.
Applicazione ed esito della misura
Dall’intervento del Decreto al momento della sua revoca, la società di delivery ha raggiunto gli obiettivi previsti dal programma prescrizionale, adempiendo alle prescrizioni del Tribunale.
A tal riguardo, si legge nel Decreto: “la Società ha raggiunto i seguenti obiettivi:
- ha adempiuto al programma prescrizionale
- si è dotata di un assetto organizzativo e di organi di controllo nonché presidi di legalità rafforzati
- ha vietato l’adozione di subappaltatori (fleet partner) dai quali si era originata la misura
- ha adottato tutti i protocolli delle aree sensibili, con riferimento al perimetro della misura, al tema della salute e sicurezza sul lavoro
- è stata riammessa all’interno delle associazioni di categoria (Assodelivery) con ruoli dirigenziali, a testimonianza del riconoscimento esterno del lavoro compiuto fino a oggi e della funzione di potenziale trascinamento del mercato che la società ha assunto con i competitor.
L’assetto di compliance è stato adottato dalla società di delivery e si è rivelato in grado di intercettare progressivamente focolai di illegalità.
Appare realistico prevedere che nelle prossime settimane/mesi possa essere completato il percorso in itinere per il completamento dei protocolli 231 di entrambe le società.
È evidente, per questo ufficio, il notevole sforzo di programmazione, economico e culturale compiuto dalla società (…) per posizionarsi nel settore del food delivery come un’impresa ad un alto grado di connotazione etica e di responsabilità sociale, che intende operare in un ambito di legalità e di tutela dei lavoratori.
Il percorso virtuoso intrapreso dal management è una chiara manifestazione della volontà della società di dare seguito agli sforzi fin qui compiuti impegnandosi nell’adozione e nell’implementazione delle procedure e best practices con l’obiettivo di qualificarsi come modello positivo e di riferimento per l’industria del food delivery, a tutela della salute e del benessere dei corrieri e di tutti i lavoratori”.
Nella sua decisione, il Tribunale ha concluso evidenziando come “il rispetto di tutte le prescrizioni formulate e soprattutto la velocità nella loro concreta realizzazione impongono l’immediata revoca della misura di prevenzione adottata anche anteriormente rispetto al termine di durata annuale originariamente previsto con il decreto applicativo”.
Modello 231 della società di delivery
Il Tribunale di Milano ha dedicato uno specifico paragrafo del Decreto al Modello Organizzativo adottato dalla società di delivery. In particolare, è stato evidenziato come la stessa ha predisposto, in collaborazione con l’amministrazione giudiziaria, un sistema strutturato ed organico di prevenzione, dissuasione e controllo per la riduzione del rischio di commissione dei reati mediante l’adozione del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo, nonché la nomina di un Responsabile della Compliance e di un Organismo di Vigilanza.
Nella parte speciale del Modello Organizzativo sono state definite 20 attività sensibili, ove sono stati individuati protocolli di prevenzione e controllo, finalizzati a garantire dei presidi rispetto alle specifiche attività svolte dalla società. Tali attività riguardano principalmente servizi di assistenza e supporto che la società in questione fornisce alle altre società del Gruppo operanti in Italia. Per tale ragione, il Modello regolamenta e controlla anche le attività relative alla gestione dei rapporti con riders e ristoranti.
Nella vicenda in esame, si evidenzia – ancora una volta – come l’adozione di un Modello Organizzativo, che da un lato preveda protocolli, procedure e presidi di controllo effettivamente applicati e, dall’altro, contempli un Organismo di Vigilanza che svolga controlli specifici nella sua attività di verifica, permetta di prevenire e minimizzare il rischio di commissione dei reati previsti dal D.lgs. 231/2001.